Due designer italiane, studentesse della Facoltà di Design al Politecnico di Milano, hanno unito la tradizione all’innovazione dando vita ad un progetto di capi d’abbigliamento fashion, seguendo un’intuizione molto precisa. Nel 2014 hanno fondato un brand di abbigliamento che utilizza un materiale specifico, brevettato, chiamato Veromarmo. Questo materiale è un aggregato che viene ricavato dal marmo estratto nelle cave di Bergamo, Verona e Trento. L’indumento finale è composto da lana o cotone insieme al Veromarmo, che ha queste caratteristiche : impermeabile, antivento, non s’infiamma facilmente, termoregolante e traspirante. Si tratta di un brand originale, innovativo ed unico nel suo genere con l’obiettivo di progettare capi di abbigliamento utilizzando materiali di qualità alta, curati nel dettaglio sia da un punto di vista tecnico che da un punto di vista estetico. La start up veronese trasforma il marmo in un caldo tessuto. Vengono selezionati i migliori marmi del territorio per creare capi con un alto valore innovativo, combinando la capacità umana, l’esperienza e la tecnologia avanzata. La moda si misura sempre di più con la consapevolezza ecologica e con la sostenibilità. Infatti sul mercato, grazie alla ricerca, esistono sempre più tessuti “green” ed “eco friendly”. Si ottengono filati dalla plastica riciclata, borse ed accessori da vecchi copertoni etc. Veromarmo è una membrana indossabile che contiene vera polvere di marmo. Si realizza partendo dalla polvere di marmo che viene poi miscelata insieme ad uno specifico composito per ottenere un sottile microfilm; quest’ultimo viene poi accoppiato ad un qualsiasi tipo di tessuto a seconda dell’utilizzo. La particolarità di questo materiale è proprio la possibilità di stravolgere l’idea classica e comune che si ha della pietra che emana freddo, trasformandola in uno scenario completamente differente che la vede calda e morbida. La tipologia di marmo utilizzato determina il colore di base del capo di abbigliamento e da allo stesso delle performance tecniche particolari. Le due fondatrici della start up sono state lungimiranti ed hanno capito il valore della proprietà intellettuale, brevettando questo materiale unico e mai esistito sul mercato.
“Il Pandoro Melegatti”
Il Pandoro, simbolo della tradizione natalizia, nell’ottobre di quest’anno ha festeggiato i suoi 125 anni di vita. Il 14 ottobre 1984 il pasticciere Domenico Melegatti di Verona , brevettò la ricetta del suo dolce, il nome e la forma distintiva del prodotto. La sua originalità e la sua creatività trovarono conferma nel documento che allora si chiamava Certificato di Privativa Industriale del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio nell’allora Regno d’Italia. Da quel momento fu chiaro a tutti il successo che avrebbe avuto il dolce. Il Pandoro si ispira ad una tradizione veronese legata al Natale. La notte della Vigilia le donne si riunivano nelle corti delle cucine per fare insieme il “levà” che era un impasto di farina, latte e lieviti. Il Sig. Melegatti trasforma questo “levà” arricchendolo di uova e burro ed eliminando ciò che invece ritiene non adatto alla lievitazione. Il Dolce fu imitato da tantissimi pasticcieri e per questo Domenico Melegatti lanciò la “sfida delle 1000 lire”. I pasticcieri che sarebbero riusciti a produrre un dolce simile al Pandoro, divulgando la vera ricetta del Pandoro, avrebbero vinto come premio una somma di Lire 1.000. Nessun pasticciere si presentò. Il Sig. Melegatti fu acuto e perspicace nel comprendere l’importanza di tutelare il suo nuovo dolce, in un’era in cui la proprietà intellettuale non era per niente conosciuta .
“La Rai vende i brevetti nel mondo!”
La RAI ha ottenuto un risultato importante grazie al suo Centro di Ricerca per l’innovazione tecnologica e la Sperimentazione, che ha sede a Torino. Il direttore del Centro ha sempre spronato e sprona tuttora i suoi colleghi a registrare i brevetti riguardanti le applicazioni innovative per la trasmissione digitale del segnale TV. Trattasi di brevetti che , in alcuni casi, se competitivi vengono poi offerti in licenza (non esclusiva) ai produttori di televisori e di decoder. I ricavi delle licenze, le cosiddette “royalty” lo scorso anno hanno superato di poco l’investimento sostenuto per la scrittura dei molteplici brevetti, compresa di registrazione e pagamento delle tasse in tutto il mondo. Quest’anno invece, le royalty hanno garantito al bilancio RAI dei ricavi per un importo pari a € 7,2 milioni di euro. Ovviamente tale cifra è significativa e utile per il bilancio della televisione di Stato, per i primi 6 mesi dell’anno 2019. Il direttore del Centro di Ricerca ha affermato che il risultato ottenuto sulle licenze dei brevetti , è uno strumento molto importante nei confronti della RAI, che sicuramente apprezza il loro impegno. Diventa fondamentale assumere nuovi professionisti da aggiungere ai circa 50 che già operano con loro. La ricerca é rivolta soprattutto a ingegneri informatici in grado di studiare le tecnologie degli studi tv, le applicazioni di intelligenza artificiale basati sui big-data. Queste operazioni sono ora possibili in quanto i ricavi ottenuti dalla vendita dei brevetti andranno a coprire circa il 50 per cento delle spese totali del Centro di Torino, per i prossimi 10 anni. Tra i licenziatari non esclusivi dei brevetti c’é anche Samsung Electronics che ha firmato un contratto bilaterale con la televisione di Stato per alcuni brevetti dei quali il colosso coreano era particolarmente interessato. E’ evidente quanto il dare in licenza un brevetto può essere una strategia finanziaria molto valida dal punto di vista economico. La scelta di concedere una licenza esclusiva o non esclusiva invece dipende dal tipo di prodotto brevettato e dalla strategia commerciale dell’azienda stessa.
“Le idee e i brevetti creano ricchezza!”
La terza ricerca effettuata sul settore della proprietà intellettuale di Euipo ha certificato la capacità del nostro paese di creare valore in settori chiave quali l’Hi-tech, le macchine industriali e l’abbigliamento. L’Italia é uno dei paesi che fa rendere meglio le idee; l’innovazione crea per il paese una ricchezza. Le industrie ad alta intensità di brevetti, marchi, design e anche diritto d’autore generano ricchezza all’economia. Infatti le imprese che fanno un uso intensivo di proprietà intellettuale hanno all’incirca sette milioni di occupati (il 31,5% di tutti i posti di lavoro, in pratica uno su tre), contribuendo così con 774 miliardi di euro al Pil dell’Italia (il 46,9%). A livello europeo invece l’apporto al Pil é del 45%, per un valore di 6.600 miliardi di euro con 63 milioni di posti di lavoro creati (il 29,2% del totale). L’occupazione nelle industrie che hanno un’alta intensità di diritti di proprietà intellettuale, in tutta Europa, é cresciuta di 1,3 milioni di posti di lavoro, rispetto al periodo 2011-2013. Il valore aggiunto a dipendente in queste imprese é superiore rispetto a quello del resto dell’economia e di conseguenza anche le retribuzioni corrisposte sono notevolmente più alte, con un premio salariale medio del 47%. Questa strategia porta a creare prodotti e servizi con un valore aggiunto elevato, contribuendo a garantire la competitività a lungo termine dell’Europa. Uno dei settori più attivi in questo senso é quello del design industriale. Le imprese che fanno un uso importante di disegni e modelli hanno un forte impatto economico in tutti i 28 stati membri dell’Unione. I settori industriali che utilizzano diritti su disegni e modelli rappresentano 30,7 milioni di posti di lavoro diretti e contribuiscono per il 16,2% al Pil totale dell’UE. Diventa così fondamentale tutelare la proprietà intellettuale, contrastando la contraffazione che in Europa spesso brucia il fatturato di aziende che investono in ricerca e sviluppo. Anche in Italia la situazione é molto grave, perché le aziende ogni anno vedono svanire oltre 10,5 miliardi di potenziale fatturato che corrisponde a 76mila posti persi, con un danno di 174 euro per cittadino.
“Il Brevetto della bomboletta spray compie 80 anni !”
La bomboletta spray utilizzata per mille usi quest’anno ha una ricorrenza importante, il suo brevetto compie 80 anni. Era l’agosto del 1939 quando J. Khan presentava la sua richiesta all’ufficio brevetti di New York ottenendo il brevetto per la bomboletta spray monouso. L’idea iniziale era quella di mescolare la panna ed il propellente per realizzare la panna montata a casa e non di ottenere un vero e proprio aerosol. Solo nel 1941 verrà utilizzata per l’aerosol da alcuni americani a cui è attribuita l’invenzione degli spray moderni. Infatti il loro progetto di uno spray ricaricabile è l’antenato di molti spray popolari commerciali. La bomboletta era fatta d’acciaio e poteva essere caricata con un gas liquefatto che usciva come pioggerellina o come schiuma. Su quella applicazione, utilizzata come erogatore di insetticidi per le coltivazioni agricole, veniva approvato un brevetto di servizio pubblico, assegnato al ministro dell’Agricoltura per un utilizzo libero tra le persone negli Stati Uniti. Tale utilizzo aiutò i soldati durante la seconda guerra mondiale a difendersi dalla malaria nel Pacifico. Solo nel 1949 vennero introdotte le bombolette spray della vernice. Oggi il meccanismo di funzionamento della bomboletta spray è composto da un contenitore in alluminio oppure banda stagnata , dove all’interno è presente del liquido che viene poi espulso grazie al gas compresso liquefatto, che fa diffondere il contenuto in forma di aerosol. Per fare in modo che il contenuto esca è necessario premere sul pulsante plastico ; é il gas a trascinare con sé la materia prima liquida e a staccarsi da essa non appena fuori dalla bomboletta. Il gas in genere è butano, anche se nel passato era il freon che fu messo al bando perché considerato molto inquinante. E’ stata un’invenzione geniale, attualissima e valorizzata con un titolo di proprietà intellettuale.
“Tecnologia Mondaplen di Grifal , brevetto americano!”
L’Ufficio Brevetti USA ha concesso all’azienda Grifal che da 50 anni si occupa di packaging industriale sostenibile , il brevetto per una tecnologia che permette una protezione efficace con un ridotto contenuto di materiale. Si tratta di Mondaplen che è un prodotto di imballaggio utilizzato per la protezione dei materiali ed il riempimento delle scatole dove questi materiali vengono situati. E’ un foglio ondulato di polietilene che attraverso un processo di laminazione viene abbinato a uno o due fogli piani. Il prodotto risultante riesce a garantire un’elevata capacità ammortizzante senza un alto utilizzo di materie prime. Mondaplen viene commercializzato in formati diversi oltre a quello base perché spesso è il frutto della combinazione con altri materiali. Il brevetto europeo per questa tecnologia risale a più di quindici anni fa; con questo sistema Grifal ha iniziato a ridurre la plastica negli imballaggi rispettando i temi dell’ecosostenibilità. La stessa azienda nel marzo scorso ha ottenuto dall’Ufficio Europeo dei Brevetti la conferma del brevetto europeo di un processo di produzione chiamato cArtù . Si tratta di un cartone ondulato con un’onda speciale, che rende il materiale adatto a sostituire altri materiali di riempimento, per il trasporto di prodotti delicati e pesanti , con la capacità di adattare la forma del contenuto e bloccarlo nella scatola. E’ chiaramente una soluzione ecosostenibile e riciclabile in grado di sostituire plastiche e prodotti chimici per l’imballo. Grifal è un’azienda che detiene brevetti relativi a processi produttivi ed a macchine di produzione di tali materiali e la protezione brevettuale rappresenta per la stessa un fattore di alta competitività sul mercato. Il brevetto USA rappresenta un miglioramento importante degli asset tecnologici aziendali. Un buon portafoglio brevetti viene sempre percepito dai partner commerciali, dagli investitori, dagli azionisti come una dimostrazione di alta specializzazione tecnologica, elevando l’immagine positiva dell’azienda stessa.
“Techshare Day 2019 – Innovazione e brevetti”
Dal 24 al 30 Giugno si terrà a Torino l’edizione 2019 del Techshare Day, durante il quale saranno presenti oltre 300 inventori provenienti da 30 università e centri di ricerca di tutta Italia; verranno esposte 140 tecnologie selezionate dall’eccellenza tecnologica del made in Italy. Tra le varie innovazioni verrà esposto il brevetto di un’azienda di Lamezia Terme, riguardante la rimozione del boro da acque e reflui. L’azienda, in collaborazione con il centro di ricerca dell’Università della Calabria, coproprietaria del brevetto, ha realizzato un metodo chimico-fisico innovativo per la rimozione del boro da acque reflue naturali e da reflui urbani ed industriali. Attualmente le tecniche esistenti per la rimozione del boro hanno costi elevati e tempi lunghissimi per i trattamenti. L’innovazione creata da questa azienda consiste in un metodo che ha efficienza elevata a bassi costi ed un processo che si basa su meccanismi di immobilizzazione-precipitazione. L’obiettivo di Techshare è quello di presentare alle aziende ed agli investitori le invenzioni nate ed i prototipi sviluppati all’interno dell’Ateneo, per dare alta visibilità delle attività di trasferimento tecnologico. Per i visitatori, invece, sarà un’occasione per scoprire i vantaggi delle nuove tecnologie, per ottenere una licenza dei brevetti di loro interesse, per entrare in contatto con i team di ricerca ed infine interagire con gli inventori per promuovere lo sviluppo delle tecnologie ed eventuali applicazioni commerciali.
“Milano , capitale dei brevetti !”
Per favorire l’introduzione nella società di tecnologie con un forte impatto innovativo, il Ministero dell’Istruzione con l’Università e la Ricerca , hanno ideato “InnovAgorà”, manifestazione organizzata presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano (dal 6 all’8/5). A tale manifestazione è stato possibile vedere 176 innovazioni messe a punto dai ricercatori e dai team di ricerca provenienti da diverse Università italiane, con un unico filo conduttore: “Far uscire i brevetti dai laboratori delle università e dei centri di ricerca, per farli conoscere ai cittadini, ma soprattutto alle imprese”. Durante la manifestazione i ricercatori hanno potuto mostrare il risultato del loro studio, in maniera tale che le aziende hanno potuto vedere concretamente le nuove tecnologie ed i relativi prototipi. L’obiettivo posto è quello che in Italia l’alta densità scientifica deve tradursi in una risposta altrettanto alta in termini di brevetti. La ricerca deve essere il motore della crescita sociale, culturale ed economica del paese. I prototipi esposti rientrano nelle aree seguenti : bioeconomia e agroalimentare, materiali innovativi, robotica e Ict, energia sostenibile, ambiente e tecnologie verdi, dispositivi per la diagnosi e per la cura, biotecnologie per la salute, tecnologie innovative per l’edilizia. Tale manifestazione diventerà un appuntamento annuale e Milano si trasformerà in una piazza di scambio dove la domanda si incontrerà con l’offerta di sviluppo. In Italia la ricerca è di ottimo livello, ma ancora deve migliorare nel mondo produttivo dove occorre sviluppare una vera e propria “cultura della brevettazione”, facendo in modo che i tanti brevetti generati dalla ricerca diventino delle “opere industriali”.
“Un estratto di fagiolo potrebbe curare i sintomi dell’andropausa”
Dopo circa 8 anni di studi è stata depositata la richiesta di brevetto per un nuovo principio nutraceutico che potrebbe essere efficace per contrastare alcuni sintomi legati all’andropausa. Si tratta di un prodotto naturale derivante da un estratto del fagiolo, capace di frenare alcuni effetti dell’andropausa quali l’osteoporosi, la riduzione di testosterone e sindrome metabolica. Tale ricerca è stata condotta dall’Università di Padova. Gli specialisti hanno spiegato che l’osteocalcina, proteina prodotta dall’osso può avere degli effetti positivi su alcune sezioni dell’organismo. Sono arrivati a tale conclusione isolando una piccola parte di tale proteina per osservare come reagisce sui meccanismi recettoriali. In una fase successiva alla ricerca, si sono posti l’obiettivo di ritrovare in natura una sostanza simile, con gli stessi principi e l’hanno rilevata in un estratto di fagiolo e su di esso ora sta lavorando un’azienda farmaceutica. I ricercatori sono fiduciosi sul potere che questa sostanza ha di contrastare la sintomatologia che spesso è associata all’andropausa.
“Nel mese di febbraio i fratelli Lumière inventavano il cinema”
Auguste e Louis Lumière nel febbraio 1895 brevettarono il cinématographe, uno strumento che funzionava sia da camera che da proiettore. Si trattava di una macchina leggera che permetteva in un’unica soluzione di riprendere, stampare e proiettare. Poco dopo l’invenzione i due fratelli girarono il primo film “L’uscita dalle officine Lumière”, dove venivano ripresi un gruppo di operai, per la maggioranza donne al termine del loro turno in fabbrica. La prima proiezione a pagamento si tenne nel dicembre dello stesso anno a Parigi al Grand Café sul Boulevard des Capucines. Dopo aver brevettato tale apparecchio i fratelli Lumière iniziarono la formazione di operatori che giravano il mondo e ritraevano paesaggi, cerimonie, attraverso una cinepresa fissa oppure in movimento perché montata su un treno o un altro mezzo mobile. Infatti ai Lumière non interessava riprendere i paesaggi nella loro staticità, ma piuttosto interessava riprendere il dinamismo delle persone, delle cose, delle situazioni. I film dei Lumière ebbero un successo breve perché dopo un primo momento di meraviglia e di stupore, il pubblico richiedeva una narrazione. Pensando che il cinema non avrebbe avuto un futuro, i due inventori dirottarono il loro talento ed i loro sforzi sulla fotografia a colori e nel 1903 brevettarono il processo “Autochrome Lumière”, che lanciarono sul mercato quattro anni dopo. In alcuni ambienti si dice ancora che il ruolo di padre fondatore del cinema è conteso tra i Lumière e Georges Méliès; avevano tecniche opposte gli uni dall’altro. I primi giravano un cinema della realtà mentre il secondo, da illusionista quale era, mirava alla realizzazione di sogni narrativi utilizzando anche degli elementi surreali. La diatriba è ancora aperta. Ciò che resta però ai giorni nostri è un’invenzione brevettata che ha cambiato la vita di tutti.
