“Filtri per disattivare il Covid – Brevetto made in Como”

L’aria condizionata è un argomento delicato in questo periodo post Covid in quanto può diventare un veicolo di diffusione di virus e batteri ma, può anche trasformarsi in uno strumento di depurazione. Quest’ultimo è stato l’obiettivo della collaborazione scientifica tra il Politecnico di Milano ed un’azienda del comasco. Insieme hanno sviluppato e poi brevettato dei filtri antibatterici innovativi, chiamati “FiltriNext”, in grado di diminuire o addirittura annullare il rischio di contaminazione batterica, migliorando la qualità dell’aria negli ambienti chiusi. Il progetto si è sviluppato in più fasi partendo dallo sviluppo di nuovi filtri alla progettazione e prototipazione di un dispositivo di ricircolo dell’aria, per poi procedere con la verifica dell’efficienza in laboratorio ed in ambienti reali sino all’industrializzazione del depuratore con innovazione del prodotto. Le analisi fatte hanno dimostrato che la combinazione di illuminazione ultravioletta e fotocatalisi, sono in grado di disattivare tutti i microorganismi, batteri e virus compresi. Illuminando la superficie del filtro i batteri vengono messi fuori gioco e attraverso questo brevetto si possono sconfiggere i virus ancora prima che entrino negli ambienti chiusi. Il virus ed i batteri non vengono uccisi mentre transitano nel flusso d’aria, ma devono essere bloccati da un filtro che abbia già delle caratteristiche antibatteriche, per poi essere disattivati con l’irraggiamento. E’ diventato sempre più importante, specialmente per i locali pubblici, garantire che i condizionatori siano un elemento di depurazione e non di contaminazione. I filtri brevettati possono essere utilizzati in impianti di riscaldamento, condizionamento  ed in sistemi di ventilazione dell’aria, frigoriferi domestici o banchi di frigorifero di negozi e supermercati.

“Chi ha inventato la radio , Tesla o Marconi?”

Si riaccende il dibattito sulla paternità dell’invenzione che cambiò il XX secolo , molti dicono sia Marconi ma altrettanti pensano che l’italiano abbia derubato Tesla. Universalmente Guglielmo Marconi è riconosciuto come il papà della radio, brevettata nel 1896 a Londra e destinata a cambiare per sempre il nostro modo di comunicare. Eppure ci sono pareri argomentati che affermano che gran parte del lavoro è da attribuire a Nikola Tesla, lo scienziato geniale che per tutta la vita ebbe la sfortuna di vedere riconosciuti ad altri tantissimi meriti delle sue intuizioni.

Chi ha dunque inventato la radio ?

La diatriba nasce dal fatto che nello stesso periodo sia Marconi che Tesla stavano lavorando su una tecnologia di telegrafia senza fili, che porterà poi all’invenzione della radio. Marconi brevettò per primo la sua idea e nello stesso momento storico Tesla aveva già ottenuto gli stessi risultati riuscendo però ad estendere il segnale radio molto più in là rispetto al macchinario di Marconi. Tesla era a conoscenza del fatto che il collega italiano stesse per soffiargli l’idea. Infatti nel 1943 la Corte Suprema Americana si pronunciò ritenendo il brevetto di Marconi una copia del lavoro di Tesla, smentendo una sentenza precedente emanata dal Regno Unito che invece riconosceva la paternità dell’invenzione all’italiano.

Verrà mai fatta luce sulla vicenda? Solo il tempo potrà dircelo ……………

“Apple Watch potrebbe avvisare i nuotatori della presenza di squali!”

Dal Patent and Trademark Office negli Stati Uniti si apprende di una serie di brevetti di Apple, tra i quali quello relativo ad un sistema in grado di tenere conto dell’ambiente dove si trova, strettamente collegato all’acqua ed alla sua composizione. Una tra queste idee consente ad Apple Watch di avvisare i nuotatori della presenza di squali nelle vicinanze, mettendoli al corrente del pericolo.

Di che cosa si tratta nello specifico?

Si tratta di un sensore nel cinturino che può essere sfruttato per individuare la traspirazione o il sudore sulla superficie della pelle. Questo sistema attiva altri sensori che vanno a misurare la composizione chimica del sudore e riescono a capire se l’utente si trova sotto la pioggia, se è sott’acqua o se è vicino ad un irrigatore di acqua; questo per evitare di generare falsi allarmi. Però, leggendo  i dati che arrivano ai sensori, è possibile anche far scattare diversi allarmi, tra cui la presenza di predatori nelle vicinanze e l’avanzare di maree. Apple ha ideato anche un sistema che tiene conto della geo-localizzazione attraverso l’utilizzo di sensori di tipo chimico che permettono di rilevare la presenza di patogeni pericolosi. Interessante anche un altro sensore che serve a determinare la salinità dell’acqua  per capire se è salata o se è dolce.

Il brevetto è la tua freccia da utilizzare per colpire il tuo territorio d’interesse e per distinguerti sul mercato!

“Veromarmo, materiale brevettato!”

Due designer italiane, studentesse della Facoltà di Design al Politecnico di Milano, hanno unito la tradizione all’innovazione dando vita ad un progetto di capi d’abbigliamento fashion, seguendo un’intuizione molto precisa. Nel 2014 hanno fondato un  brand di abbigliamento che utilizza un materiale specifico, brevettato, chiamato Veromarmo. Questo materiale è un aggregato che viene ricavato dal marmo estratto nelle cave di Bergamo, Verona e Trento. L’indumento finale è composto da lana o cotone insieme al Veromarmo, che ha queste caratteristiche : impermeabile, antivento, non s’infiamma facilmente, termoregolante e traspirante. Si tratta di un brand originale, innovativo ed unico nel suo genere con l’obiettivo di progettare capi di abbigliamento utilizzando materiali di qualità alta, curati nel dettaglio sia da un punto di vista tecnico che da un punto di vista estetico. La start up veronese trasforma il marmo in un caldo tessuto. Vengono selezionati i migliori marmi del territorio per creare capi con un alto valore innovativo, combinando la capacità umana, l’esperienza e la tecnologia avanzata. La moda si misura sempre di più con la consapevolezza ecologica e con la sostenibilità. Infatti sul mercato, grazie alla ricerca, esistono sempre più tessuti “green” ed “eco friendly”. Si ottengono filati dalla plastica riciclata, borse ed accessori da vecchi copertoni etc.  Veromarmo è una membrana indossabile che contiene vera polvere di marmo. Si realizza partendo dalla polvere di marmo che viene poi miscelata insieme ad uno specifico composito per ottenere un sottile microfilm; quest’ultimo viene poi accoppiato ad un qualsiasi tipo di tessuto a seconda dell’utilizzo. La particolarità di questo materiale è proprio la possibilità di stravolgere l’idea classica e comune che si ha della pietra che emana freddo, trasformandola in uno scenario completamente differente che la vede calda e morbida. La tipologia di marmo utilizzato determina il colore di base del capo di abbigliamento e da allo stesso delle performance tecniche particolari. Le due fondatrici della start up sono state lungimiranti ed hanno capito il valore della proprietà intellettuale, brevettando  questo materiale unico e mai esistito sul mercato.

“La Proprietà intellettuale accresce il valore del brand!”

Gli introvabili Nutella biscuits sono sorvegliati sia sugli scaffali dei supermercati che nel registro dell’Ufficio Brevetti Europeo. Perché? Spesso gli scaffali sono sprovvisti di questo articolo. Le possibilità possono essere molteplici; difficoltà di approvvigionamento, trovata commerciale etc.  Da una ricerca eseguita , dopo aver fatto alcune verifiche fra i diversi registri della Proprietà Intellettuale, sono emersi marchi, design e brevetti a tutela della confezione, del nome, dell’estetica e di alcuni aspetti tecnici di un biscotto destinato ad un grande successo. Analizzando a 360 gradi questo approccio alla proprietà intellettuale è doveroso evidenziare che i titoli IP esprimono il massimo della loro potenzialità quando oltre a generare una barriera per la concorrenza, contribuiscono ad incrementare il valore di un marchio che , a sua volta, potrà essere di spunto per nuove idee ed innovazioni. Una considerazione importante è quella che fra tutti i titoli di proprietà intellettuale, proprio quello che vorrebbe tutelare gli aspetti più tecnici del biscotto , sembra essere stato oggetto di particolare attenzione da parte di terzi. E’ importante porre l’attenzione per capire quale sia il possibile oggetto di una domanda di brevetto. Le invenzioni oggetto di un brevetto possono appartenere a qualsiasi settore della tecnica, quindi anche all’industria alimentare. Solitamente in questo settore i brevetti riguardano processi legati a macchine, a impianti di produzione e/o confezionamento, ma può capitare invece che si focalizzino su aspetti tecnici del prodotto alimentare stesso. A volte capita che soggetti terzi, generalmente concorrenti, possono presentare motivazioni e/o prove per cercare di impedire la concessione del brevetto stesso. Nel caso specifico l’esame della domanda di brevetto è in corso. La proprietà intellettuale è da sempre uno strumento per la crescita economica delle singole realtà e del paese.

“Il Pandoro Melegatti”

Il Pandoro, simbolo della tradizione natalizia, nell’ottobre di quest’anno ha festeggiato i suoi 125 anni di vita. Il 14 ottobre 1984 il pasticciere Domenico Melegatti di Verona , brevettò la ricetta del suo dolce, il nome e la forma distintiva del prodotto. La sua originalità e la sua creatività trovarono conferma nel documento che allora si chiamava Certificato di Privativa Industriale  del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio nell’allora Regno d’Italia. Da quel momento fu chiaro a tutti il successo che avrebbe avuto il dolce. Il Pandoro si ispira ad una tradizione veronese legata al Natale. La notte della Vigilia le donne si riunivano nelle corti delle cucine per fare insieme il “levà” che era un impasto di farina, latte e lieviti. Il Sig. Melegatti trasforma questo “levà” arricchendolo di uova e burro ed eliminando ciò che invece ritiene non adatto alla lievitazione. Il Dolce fu imitato da tantissimi pasticcieri e per questo Domenico Melegatti lanciò la “sfida delle 1000 lire”. I pasticcieri che sarebbero riusciti a produrre un dolce simile al Pandoro, divulgando la vera ricetta del Pandoro, avrebbero vinto come premio una somma di Lire 1.000. Nessun pasticciere si presentò. Il Sig. Melegatti fu acuto e perspicace nel comprendere l’importanza di tutelare il suo nuovo dolce, in un’era in cui la proprietà intellettuale non era per niente conosciuta .

“La Rai vende i brevetti nel mondo!”

La RAI ha ottenuto un risultato importante grazie al suo Centro di Ricerca per l’innovazione tecnologica e la Sperimentazione, che ha sede a Torino. Il direttore del Centro ha sempre spronato e sprona tuttora i suoi colleghi a registrare i brevetti riguardanti le applicazioni innovative per la trasmissione digitale del segnale TV. Trattasi di brevetti che , in alcuni casi, se competitivi vengono poi offerti in licenza (non esclusiva) ai produttori di televisori e di decoder. I ricavi delle licenze, le cosiddette “royalty” lo scorso anno hanno superato di poco l’investimento sostenuto per la scrittura dei molteplici brevetti, compresa di registrazione e pagamento delle tasse in tutto il mondo. Quest’anno invece, le royalty hanno garantito al bilancio RAI dei ricavi per un importo pari a € 7,2 milioni di euro. Ovviamente tale cifra è significativa e utile per il bilancio della televisione di Stato, per i primi 6 mesi dell’anno 2019. Il direttore del Centro di Ricerca ha affermato che il risultato ottenuto sulle licenze dei brevetti , è uno strumento molto importante nei confronti della RAI, che sicuramente apprezza il loro impegno. Diventa fondamentale assumere nuovi professionisti da aggiungere ai circa 50 che già operano con loro. La ricerca é rivolta soprattutto a ingegneri informatici in grado di studiare le tecnologie degli studi tv, le applicazioni di intelligenza artificiale basati sui big-data. Queste operazioni sono ora possibili in quanto i ricavi ottenuti dalla vendita dei brevetti andranno a coprire circa il 50 per cento delle spese totali del Centro di Torino, per i prossimi 10 anni. Tra i licenziatari non esclusivi dei brevetti c’é anche Samsung Electronics che ha firmato un contratto bilaterale con la televisione di Stato per alcuni brevetti dei quali il colosso coreano era particolarmente interessato. E’ evidente quanto il dare in licenza un brevetto può essere una strategia finanziaria molto valida dal punto di vista economico. La scelta di concedere una licenza esclusiva o non esclusiva invece dipende dal tipo di prodotto brevettato e dalla strategia commerciale dell’azienda stessa.  

“Le idee e i brevetti creano ricchezza!”

La terza ricerca effettuata sul settore della proprietà intellettuale di Euipo ha certificato la capacità del nostro paese di creare valore in settori chiave quali l’Hi-tech, le macchine industriali e l’abbigliamento. L’Italia é uno dei paesi che fa rendere meglio le idee; l’innovazione crea per il paese una ricchezza. Le industrie ad alta intensità di brevetti, marchi, design e anche diritto d’autore generano ricchezza all’economia. Infatti le imprese che fanno un uso intensivo di proprietà intellettuale hanno all’incirca sette milioni di occupati (il 31,5% di tutti i posti di lavoro, in pratica uno su tre), contribuendo così con 774 miliardi di euro al Pil dell’Italia (il 46,9%). A livello europeo invece l’apporto al Pil é del 45%, per un valore di 6.600 miliardi di euro con 63 milioni di posti di lavoro creati (il 29,2% del totale). L’occupazione nelle industrie che hanno un’alta intensità di diritti di proprietà intellettuale, in tutta Europa, é cresciuta di 1,3 milioni di posti di lavoro, rispetto al periodo 2011-2013. Il valore aggiunto a dipendente in queste imprese é superiore rispetto a quello del resto dell’economia e di conseguenza anche le retribuzioni corrisposte sono notevolmente più alte, con un premio salariale medio del 47%. Questa strategia porta a creare prodotti e servizi con un valore aggiunto elevato, contribuendo a garantire la competitività a lungo termine dell’Europa. Uno dei settori più attivi in questo senso é quello del design industriale. Le imprese che fanno un uso importante di disegni e modelli hanno un forte impatto economico in tutti i 28 stati membri dell’Unione. I settori industriali che utilizzano diritti su disegni e modelli rappresentano 30,7 milioni di posti di lavoro diretti e contribuiscono per il 16,2% al Pil totale dell’UE. Diventa così fondamentale tutelare la proprietà intellettuale, contrastando la contraffazione che in Europa spesso brucia il fatturato di aziende che investono in ricerca e sviluppo. Anche in Italia la situazione é molto grave, perché le aziende ogni anno vedono svanire oltre 10,5 miliardi di potenziale fatturato che corrisponde a 76mila posti persi, con un danno di 174 euro per cittadino.

 

“Il Brevetto della bomboletta spray compie 80 anni !”

La bomboletta spray  utilizzata per mille usi quest’anno ha una ricorrenza importante, il suo brevetto compie 80 anni. Era l’agosto del 1939 quando J. Khan presentava la sua richiesta all’ufficio brevetti di New York ottenendo il brevetto per la bomboletta spray monouso. L’idea iniziale era quella di mescolare la panna ed il propellente per realizzare la panna montata a casa e non di ottenere un vero e proprio aerosol. Solo nel 1941 verrà utilizzata per l’aerosol da alcuni americani a cui è attribuita l’invenzione degli spray moderni. Infatti il loro progetto di uno spray ricaricabile è l’antenato di molti spray popolari commerciali. La bomboletta era fatta d’acciaio e poteva essere caricata con un gas liquefatto che usciva come pioggerellina o come schiuma. Su quella applicazione, utilizzata come erogatore di insetticidi per le coltivazioni agricole, veniva approvato un brevetto di servizio pubblico, assegnato al ministro dell’Agricoltura per un utilizzo libero tra le persone negli Stati Uniti. Tale utilizzo aiutò i soldati durante la seconda guerra mondiale a difendersi dalla malaria nel Pacifico. Solo nel 1949 vennero introdotte le bombolette spray della vernice. Oggi il meccanismo di funzionamento della bomboletta spray  è composto da un contenitore in alluminio oppure banda stagnata , dove all’interno è presente del liquido che viene poi espulso grazie al gas compresso liquefatto, che fa diffondere il contenuto in forma di aerosol. Per fare in modo che il contenuto esca è necessario premere sul pulsante plastico ; é il gas a trascinare con sé la materia prima liquida e a staccarsi da essa non appena fuori dalla bomboletta. Il gas in genere è butano, anche se nel passato era il freon che fu messo al bando perché considerato molto inquinante. E’ stata un’invenzione geniale, attualissima e valorizzata con un titolo di proprietà intellettuale.

“Tecnologia Mondaplen di Grifal , brevetto americano!”

L’Ufficio Brevetti USA ha concesso all’azienda Grifal che da 50 anni si occupa di packaging industriale sostenibile , il brevetto per una tecnologia che permette una protezione efficace con un ridotto contenuto di materiale. Si tratta di Mondaplen che è un prodotto di imballaggio utilizzato per la protezione dei materiali ed il riempimento delle scatole dove questi materiali vengono situati. E’ un foglio ondulato di polietilene che attraverso un processo di laminazione viene abbinato a uno o due fogli piani.  Il prodotto risultante riesce a garantire un’elevata capacità ammortizzante senza un alto utilizzo di materie prime.  Mondaplen viene commercializzato in formati diversi oltre a quello base perché spesso è il frutto della combinazione con altri materiali. Il brevetto europeo per questa tecnologia risale a più di quindici anni fa; con questo sistema Grifal ha iniziato a ridurre la plastica negli imballaggi rispettando i temi dell’ecosostenibilità. La stessa azienda nel marzo scorso ha ottenuto dall’Ufficio Europeo dei Brevetti la conferma del brevetto europeo di un processo di produzione chiamato cArtù . Si tratta di un cartone ondulato con un’onda speciale, che rende il materiale adatto a sostituire altri materiali di riempimento, per il trasporto di prodotti delicati e pesanti , con la capacità di adattare la forma del contenuto e bloccarlo nella scatola. E’ chiaramente una soluzione ecosostenibile e riciclabile in grado di sostituire plastiche e prodotti chimici per l’imballo.  Grifal è un’azienda che detiene brevetti relativi a processi produttivi ed a macchine di produzione di tali materiali e la protezione brevettuale rappresenta per la stessa un fattore di alta competitività sul mercato. Il brevetto USA rappresenta un miglioramento importante degli asset tecnologici aziendali. Un buon portafoglio brevetti viene sempre percepito dai partner commerciali, dagli investitori, dagli azionisti come una dimostrazione di alta specializzazione tecnologica, elevando l’immagine positiva dell’azienda stessa.