Ottenere la nuance giusta di un colore nelle aziende della filiera della moda, è un processo molto lungo e faticoso. Ci si arriva dopo infinite prove colore che portano via del tempo e del denaro. Per rendere più fluido tale processo è arrivato in soccorso il DIGITALE. Un’azienda toscana del settore tessile-abbigliamento ha sviluppato un dispositivo in grado di catturare il colore da qualsiasi superficie (un oggetto, un fiore, un frutto, una rivista), inviandolo poi in tempo reale alla tintoria del gruppo, al fine di riprodurlo su un tessuto di abbigliamento a scelta. Si tratta di un dispositivo a forma di cilindro, la cui innovazione è stata tutelata tramite un brevetto. Attraverso un App installata sul cellulare si effettua l’invio del colore e la garanzia di uguaglianza tra il colore captato ed il colore riprodotto è del 100%, grazie ad uno specifico algoritmo, che crea il collegamento tra il dispositivo che cattura il colore e la tintoria dell’azienda. Il dispositivo, dotato di un occhio elettronico, cattura il colore che potrà essere poi riprodotto su vari tipi di materiali; lana, tessuto, lino, viscosa, cotone, seta ed infine nylon. Con questo procedimento l’azienda in questione riesce ad inviare il colore al cliente nell’arco delle 48 ore. Questa tecnologia innovativa apre enormi prospettive anche nell’ambito della personalizzazione dei capi e non solo nel mondo dell’abbigliamento. Inoltre, si tratta di un cambiamento che promette un impatto positivo anche sull’ambiente, perché in questo modo si elimina il trasporto di un numero importante di pacchi che contengono le prove colore. Trattasi di un brevetto con un salto inventivo spiccato in quanto ha risolto un problema tecnico utilizzando una soluzione non facilmente raggiungibile da un tecnico del settore.
“I brevetti per IBM sono al primo posto nel 2018”
IBM nelll’anno 2018 ha raggiunto un traguardo importante, registrando 9.100 brevetti che le hanno permesso di conquistare il primo posto in classifica per il 26esimo anno consecutivo. I nuovi brevetti sono stati concessi ad un gruppo eterogeneo di oltre 8.500 ricercatori, ingegneri, scienziati e progettisti, presenti in 47 stati differenti degli Stati Uniti ed in 47 nazioni del mondo. L’attività principale di ricerca è stata nel cloud, infatti in questo ambito i ricercatori della società hanno ottenuto nel 2018 più di 1.900 brevetti. Nello specifico hanno lavorato intensamente su una soluzione sviluppata che riesce a monitorare le sorgenti dei dati (social network, bollettini metereologici, statistiche di rete), necessarie per identificare come ottimizzare la capacità di calcolo, per poi rispondere meglio alle esigenze dei clienti. Tale soluzione sfrutta i dati non strutturati di eventi mondiali o locali. Le altre aree in grande sviluppo riguardano la cybersicurezza, l’intelligenza artificiale, l’informatica quantistica etc. I brevetti che riguardano la sicurezza it sono stati 1.200. Tra questi spicca un brevetto la cui tecnologia creata permette di cambiare le carte in tavola agli hacker, attirandoli in corrispondenze via e-mail e in siti web creati appositamente per far sprecare le loro risorse, vanificando così gli attacchi informatici. Il traguardo raggiunto nell’anno 2018 si attesta ad oltre 114.000 brevetti concessi a IBM negli Stati Uniti dall’anno 1993 all’anno 2018. Tra questi brevetti ci sono idee rivoluzionarie quali, la guida per persone con disabilità visiva, le transazioni sicure con le carte di credito, i computer più veloci al mondo ed i rilevatori di movimenti sismatici. Ottenere quindi un brevetto è di fondamentale importanza per chi ha investito nell’innovazione e nella ricerca, in quanto solo così si potrà assicurare l’esclusiva ed impedire alla concorrenza di copiare il suo prodotto.
Italia, ancora trend positivo nelle richieste di brevetti all’Epo!
Da quanto risulta dal rapporto dell’European Patent Office di Monaco le richieste di brevetti nel 2017 in Italia , rispetto al 2016, sono aumentate del 4,3% . Con questo dato l’Italia si è piazzata al decimo posto tra i paesi più attivi nelle richieste presentate all’Ufficio di Monaco. I settori più attivi con il più alto numero di domande, sono stati la movimentazione, ossia i sistemi di trasporto che includono anche i container, i trasporti e la tecnologia medicale. La crescita più accentuata tra tutti i settori tecnologici italiani è quella proveniente dai cosiddetti sistemi di misurazione , seguita dalle macchine tessili e della carta e dal farmaceutico. La Lombardia resta sempre la prima nella classifica delle regioni italiane con più richieste di brevetti, seguita dall’Emilia Romagna e dal Veneto. Queste tre regioni insieme rappresentano più del 60% di tutte le domande italiane di brevetti presentate all’Epo. L’Ufficio brevetti di Monaco afferma che nel complesso nell’anno 2017 c’è stato un incremento di domande del 3,9% rispetto all’anno precedente e ciò rappresenta un nuovo record. Facendo anche un’analisi a livello mondiale l’elevato numero di richieste provenienti dalla Cina ha di fatto incluso anche il gigante asiatico nelle top five dei paesi più attivi (USA, Germania, Giappone, Francia). Il 2017 è stato un anno positivo per l’Europa, il Vecchio Continente rimane un mercato tecnologico di interesse primario. I paesi dove sono aumentate le domande di brevetto sono sicuramente l’Olanda, il Regno Unito e la Germania. La tecnologia medicale rimane il settore con il più grande numero di domande, seguita dalla comunicazione digitale e dalla tecnologia informatica. Al di là dei numeri e dei settori è significativo il fatto che l’aumento della domanda di brevetti rispecchia la volontà delle aziende di innovarsi e crescere attraverso la ricerca e lo sviluppo. Un fatto tangibile si è avuto anche nell’anno corrente in Italia, a seguito della strage ferroviaria di Pioltello che ha sollevato nuovi e pesanti interrogativi sullo stato delle infrastrutture ferroviarie italiane. Si è posto l’accento sull’innovazione con i treni a levitazione magnetica, che potrebbero risolvere numerosi problemi. Tre ingegneri italiani hanno depositato il loro brevetto che consiste nel trasformare le ruote dei vagoni in pattini a levitazione magnetica, continuando ad utilizzare i km di ferrovie già installate nel mondo, con risparmi però in termini di manutenzione delle rotaie, derivanti dall’abbattimento degli attriti e del consumo di energia.
Brevetti , i trasporti trascinano l’Italia
E’ la capacità di innovare che distingue un leader da un epigono !
Dopo un lungo periodo di crisi, l’Italia nel 2016 è risultata seconda, dietro al Belgio, per incremento di richieste di brevetto con la Lombardia come prima regione di provenienza delle richieste. Tutto ciò è molto significativo anche se in una visione globale, di strada da fare ne manca ancora molta. Infatti a livello mondiale l’Italia occupa la decima posizione tra i paesi richiedenti la protezione delle idee innovative, superata dalla Germania, dagli Stati Uniti, dalla Francia e dalla Svizzera. Il paese comunque sembra essersi messo in marcia. A traino degli investimenti di innovazione c’è il settore dei trasporti del made in Italy, che viaggia a ritmi sostenuti di richieste di brevetti, grazie al dinamismo dei centri di ricerca di aziende multinazionali quali Pirelli , Fca e Ansaldo Energia. Da un’analisi effettuata dalla Cornell University, Insead e Organizzazione mondiale sulla proprietà intellettuale emergono chiaramente quali sono le debolezze della Penisola che per lungo tempo hanno frenato la corsa della Ricerca & Sviluppo. Ci posizioniamo 80esimi per ammontare di investimenti in istruzione e formazione; siamo il fanalino di coda a livello mondiale. In questo modo, ignorando lo sviluppo del capitale umano, resta più complesso rimanere nella top 10 dei paesi più industrializzati al mondo. Ancora poco personale è impegnato nella attività di Ricerca & Sviluppo e secondo un’indagine Istat tra 2.500 imprese che investono in ricerca e sviluppo, solo 29 sono italiane , mentre 132 tedesche e 83 francesi. E’ palese che per risalire la china è necessario che il paese dovrà ingranare la marcia degli investimenti e rivedere nel contempo la filiera dell’innovazione. Negli ultimi anni la spesa in ricerca e sviluppo è aumentata, ma resta al di sotto della media europea, quindi si dovranno fare ulteriori sforzi in questo ambito e anche nell’ambito della proprietà industriale, per dare valore ai beni immateriali all’interno delle aziende rendendole così più competitive sul mercato mondiale.
MARCHI E BREVETTI GENERANO IL 42% DELL’ECONOMIA UE
“In un mondo così sensibile al successo economico, la creatività vince la sua battaglia con l’economia, perché solo chi è capace di applicare continuamente innovazione nel proprio processo produttivo, può avere successo!”
La qualità paga sempre. L’Europa a volte pare smarrita ma una certezza si ha quando le sue industrie fanno largo uso di marchi e brevetti, perché crescono il Pil, l’occupazione e l’ export. L’ultima fotografia è stata scattata dopo uno studio fatto dall’ente europeo dei brevetti (Epo) e dalll’Ufficio della Proprietà intellettuale della UE (Euipo). Dallo stesso è emerso che nella UE , le aziende che fanno uso intenso di titoli di proprietà intellettuale sono cresciute, aumentando così la ricchezza e l’occupazione. Secondo tale studio, nella UE, più del 42% dell’attività economica totale è generata da industrie che applicano un’alta densità della proprietà intellettuale (nel 2013 era il 38,6%). Nello specifico le industrie che depositano un numero elevato di marchi rappresentano il 36%, il 15% quelle focalizzate sui brevetti ,quelle che sfruttano in prevalenza i disegni ed i modelli sono il 13% ed il 7% quelle che puntano sui diritti d’autore. Sul fronte dell’occupazione il 28% di tutti i posti di lavoro nella UE sono stati creati direttamente da industrie altamente innovative (nel 2013 erano il 25,9%); esiste anche un 10% di posti indiretti (fornitori di beni e servizi), per raggiungere un totale del 38% che dipende esclusivamente da chi spinge l’acceleratore dell’innovazione. Questo sistema avvantaggia anche le buste paga, ossia in queste tipologie di imprese, a prescindere dalle dimensioni, i salari medi sono più elevati rispetto a quelli di altri settori. Il Presidente di Epo ha affermato che le attività immateriali si stanno rivelando sempre più importanti per le aziende innovative, soprattutto per le Pmi, ma anche per i centri di ricerca e per le Università. L’Europa, per rimanere competitiva nell’economia globale, deve quindi incoraggiare ulteriormente lo sviluppo e l’utilizzo di nuove tecnologie con il ricorso all’innovazione.
