“Riforma del sistema marchi a partire dal 17 Giugno 2019”

Il prossimo 17 giugno entrerà in vigore in Canada il nuovo Act and Rules, che andrà a modificare il sistema marchi nazionale, apportando una serie di novità.

Innanzitutto sarà obbligatorio avvalersi della Classificazione di Nizza e ciò significa che sino al 17/06 sarà possibile depositare i marchi dietro il pagamento di una tassa fissa, invece poi saranno applicate tasse, sia al deposito che al rinnovo, variabili in funzione del numero di classi di prodotti e servizi rivendicate.

Sarà obbligatorio aderire al Protocollo di Madrid , ossia i marchi potranno essere tutelati in Canada anche mediante una designazione di marchio internazionale.

Saranno introdotte nuove tipologie di marchi, i cosidetti marchi non tradizionali, quali marchi di movimento e ologrammi.

La tutela del marchio e i termini per il rinnovo ridotti da 15 a 10 anni .

Non sarà più richiesta alcuna dichiarazione d’uso per l’ottenimento della registrazione, quindi in fase di deposito non sarà più necessario indicare se si procede sulla base di un uso attuale oppure sulla base di un’intenzione d’uso.

Le rivendicazioni di uso e registrazione del marchio in paesi terzi non saranno più accettate, però rimane il diritto di rivendicazione della priorità.

 

 

“Il Regno Unito esce dall’Unione Europea”

Il 29 Marzo 2019 il Regno Unito uscirà dall’Unione Europea. L’Ufficio Marchio dell’UE non è ancora riuscito a trovare un accordo con l’Ufficio Marchi del Regno Unito in merito alla possibilità di una parziale trasformazione di un marchio dell’UE in un marchio nazionale del Regno Unito. Se tale accordo non viene raggiunto entro il 29 Marzo 2019 il marchio dell’UE continuerà ad essere tutelato nel territorio dell’Unione Europea, ma non più nel territorio del Regno Unito. Quest’ultimo ha affermato che predisporrà un sistema per cercare di garantire la protezione del marchio UE nel Regno Unito anche dopo la data del 29 Marzo 2019, fornendo ai titolari di un marchio registrato dell’UE un marchio nazionale equivalente che avrà la stessa data di deposito del marchio europeo. Dopo il 29 Marzo 2019, chi sarà interessato alla tutela del marchio nel Regno Unito dovrà inviare una domanda diretta all’Ufficio marchi del Regno Unito.

“All’attacco dei falsi , aumentano i fashion lawyers”

Il settore della moda, settore multisfacettato, sotto la spinta della tecnologia e della globalizzazione sta diventando un settore sempre più complesso. Come si può tutelare un capo di abbigliamento disegnato da uno stilista, come si può regolare la vendita di un prodotto il cui disegno può essere scaricato dall’utente sul proprio computer e poi stampato a casa? Come si pone fine alla vendita sui social di prodotti contraffatti da operatori cinesi? A seguito di queste problematiche è aumentata la richiesta di fashion lawyers, avvocati competenti che riescano a gestire le questioni legali in modo professionale, efficace e a volte trasversale. I temi da affrontare sono tanti, si spazia dalla tutela del marchio sino al diritto commerciale ed alla regolamentazione della privacy. L’innovazione  deve essere una fonte di ispirazione per un avvocato, che deve avere la capacità di applicare il diritto esistente in un’ottica differente, proponendo alle aziende strumenti giuridici che invoglino l’azienda stessa ad implementare ed investire nelle nuove tecnologie. Tra questi strumenti in primis la “tutela della proprietà intellettuale” che è necessaria per le aziende della moda, soprattutto quando si parla di grandi gruppi con fatturati importanti e con diversi brand. Ovviamente operando in uno scenario globalizzato, per far fronte alle differenze tra le legislazioni, le grandi aziende si appoggiano a consulenti esperti esterni. Stesso discorso vale per la contraffazione, dove spesso parecchie realtà trovano difficoltà nelle procedure di registrazione del marchio oppure vengono messe in ginocchio dalla circolazione di prodotti falsi. In Italia sta aumentando la consulenza nel segmento fashion law, dando particolare valore alla tutela del patrimonio dei beni immateriali delle aziende.

MARCHI E BREVETTI GENERANO IL 42% DELL’ECONOMIA UE

“In un mondo così sensibile al successo economico, la creatività vince la sua battaglia con l’economia, perché solo chi è capace di applicare continuamente innovazione nel proprio processo produttivo, può avere successo!”

La qualità paga sempre. L’Europa a volte pare smarrita  ma una certezza si ha quando le sue industrie fanno largo uso di marchi e brevetti, perché  crescono il Pil, l’occupazione e l’ export. L’ultima fotografia è stata scattata dopo uno studio fatto dall’ente europeo dei brevetti (Epo) e dalll’Ufficio della Proprietà intellettuale della UE (Euipo). Dallo stesso  è emerso che nella UE , le aziende che fanno uso intenso di titoli di proprietà intellettuale sono cresciute, aumentando così la ricchezza e l’occupazione. Secondo tale studio, nella UE, più del 42% dell’attività economica totale è generata da industrie che applicano un’alta densità della proprietà intellettuale  (nel 2013 era il 38,6%). Nello specifico le industrie che depositano un numero elevato di marchi rappresentano il 36%, il 15% quelle focalizzate sui brevetti ,quelle che sfruttano in prevalenza i disegni ed i  modelli sono il 13% ed il 7% quelle che puntano sui diritti d’autore. Sul fronte dell’occupazione il 28% di tutti i posti di lavoro nella UE sono stati creati direttamente da industrie altamente innovative (nel 2013 erano il 25,9%); esiste anche un 10% di posti indiretti (fornitori di beni e servizi), per raggiungere un totale del 38% che dipende esclusivamente da chi spinge l’acceleratore dell’innovazione. Questo sistema avvantaggia anche le buste paga, ossia in queste tipologie di imprese, a prescindere dalle dimensioni, i salari medi sono più elevati rispetto a quelli di altri settori. Il Presidente di Epo ha affermato che le attività immateriali  si stanno rivelando sempre più importanti  per le aziende innovative, soprattutto per le Pmi, ma anche per i centri di ricerca e per le Università. L’Europa, per rimanere competitiva nell’economia globale, deve  quindi incoraggiare ulteriormente lo sviluppo e l’utilizzo di nuove   tecnologie con  il ricorso all’innovazione.