“Vespa, marchio UE confermato”

La Vespa è unica e inconfondibile e come tale deve essere tutelata.

Nell’anno 2013 la Piaggio aveva presentato una domanda  di registrazione  del marchio UE per il segno tridimensionale corrispondente alla forma di uno scooter “Vespa”. La registrazione è avvenuta nell’anno 2014. Nel frattempo dopo qualche anno una società cinese di motocicli ha presentato all’Euipo una domanda di nullità di tale marchio. Nell’ottobre 2021 Euipo accoglie tale richiesta della società cinese in quanto ritiene che ci sia una mancanza di prova del carattere distintivo del marchio che rappresenta uno scooter. La Piaggio non condividendo tale posizione propone un ricorso dinanzi al Tribunale dell’Unione europea, presentando diversi elementi di prova, quali sondaggi di opinione, dati relativi al volume delle vendite, l’utilizzo della Vespa in un film di fama mondiale come “Vacanze Romane”, senza tralasciare la presenza della Vespa al Museum Art di New York. Tutti questi elementi indicano ed evidenziano la riconoscibilità del marchio a livello globale nell’Unione. In generale un marchio UE registrato non può essere dichiarato nullo se, per l’utilizzo fatto, tale marchio acquisisce un carattere distintivo dopo l’avvenuta registrazione. Pertanto ad oggi l’annullamento del marchio da parte dell’Euipo, a seguito della domanda di un gruppo industriale cinese, è stato posto nel nulla dai giudici di primo grado della causa europea aperta da Piaggio per tutelare il segno distintivo, che proclama essere di sua proprietà. In conclusione, la forma tridimensionale della Vespa è un marchio distintivo perché riconoscibile e riconosciuto in tutta l’Unione Europea.

“Brevetti, la classifica europea”

Nell’anno 2022 sono state presentate N.4.864 domande di brevetti all’Ufficio Europeo dei brevetti (EPO), il secondo risultato più alto di sempre. L’Italia è posizionata all’undicesimo posto nella classifica dei primi 50 paesi per domande di brevetto, tale risultato attesta una crescita complessiva rispetto al passato del 10%. I primi cinque paesi posizionati sono gli Stati Uniti (25% del totale), Germania (12%), Giappone (11%), Cina (10%) e Francia (6%). E’ possibile fare anche una classifica delle 8 regioni italiane presenti tra le prime cento europee sempre in base alle domande di brevetto presentate all’EPO nel 2022. In prima fila abbiamo la Lombardia, che si classifica la regione italiana che registra più domande di brevetto nel 2022 ed è posizionata al 12esimo posto con N.1.547. Segue L’Emilia Romagna (24esimo), il Veneto, il Piemonte, la Toscana, il Lazio, il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige. La Lombardia è l’unica regione italiana che ha superato le N.1.000 richieste di brevetto e insieme all’Emilia Romagna ed al Veneto nel totale superano il 60% di tutte le domande di brevetto presentate dall’Italia all’EPO. Facendo invece un’analisi generale le domande presentate dai 39 paesi europei nel 2022 sono allo stesso livello dell’anno 2021, anche se rispetto al totale sono diminuite leggermente mentre invece sono aumentate quelle dei paesi extraeuropei vedi Stati Uniti e Cina. Il colosso Huawei si classifica nuovamente al primo posto per richiesta di brevetti.

“Brevetto Unitario”

In data 1 giugno 2023 entrerà in vigore il Brevetto Unitario. Tale sistema apporterà importanti novità per la concessione e la tutela dei brevetti in Europa. Trattasi di un nuovo titolo brevettuale che consentirà, attraverso un’unica procedura ed il pagamento di un’unica tassa, di ottenere la protezione brevettuale in tutti gli stati membri della UE che hanno aderito a tale sistema (Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Polonia, Malta, Cipro, Grecia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Repubblica Ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Portogallo, Austria, Romania, Ungheria, Irlanda). Il brevetto unitario  conferisce un livello di tutela uniforme al suo titolare ed è una novità nel panorama europeo in quanto è un brevetto sovranazionale, sottoposto alla giurisdizione del Tribunale unificato dei brevetti.

In Europa il 30% dei giovani compra falsi e la metà non sa se il sito è legale

In Europa cresce la quantità di giovani nella fascia d’età tra i 15 ed i 24 anni che acquistano smartphone, maglie, scarpe  contraffatti e scaricano illegalmente video, film e musica. Questo accade perché il tutto costa meno oppure addirittura non costa nulla. La questione grave però consiste nel fatto di non essere in grado di distinguere se si sta scaricando legalmente o no e se il sito dal quale si acquista è legale oppure no. Chiaramente tutto ciò avviene con il rischio di vedere ingannata la proprie buona fede. Euipo (Agenzia UE per la tutela dei marchi e della Proprietà Intellettuale) ha pubblicato una ricerca eseguita con il tema “I cittadini europei e la Proprietà Intellettuale”, effettuata attraverso un campione di oltre 26.000 interviste tra i cittadini europei a partire dall’età dei 15 anni. Anche in un periodo di crisi economica, come l’attuale, il 97% degli intervistati concorda sul fatto che i creatori, gli inventori, gli artisti debbano poter proteggere i propri diritti e percepire un compenso per le loro opere. In aggiunta 7 europei su 10 pensano che nulla può giustificare l’acquisto di prodotti contraffatti, mentre il 78% pensa che comprare prodotti falsi comprometta il commercio e l’occupazione. Gli europei sembrano essere consapevoli dei gravi danni che il mercato dei falsi provoca ai posti di lavoro e all’economia. Resta il fatto che i giovani tra i 15 ed i 24 anni  sono meno consapevoli degli effetti dannosi dei falsi , dando maggiore importanza invece al prezzo e all’immediata disponibilità dell’oggetto o del servizio. In questo panorama cresce sempre di più la confusione su che cosa sia una fonte legale, in quanto gran parte degli intervistati hanno riferito di essere stati depistati al momento dell’acquisto dei prodotti. Questi risultati confermano la necessità delle iniziative già realizzate quali il portale europeo dei contenuti online, la pubblicazione delle domande frequenti sul diritto d’autore, il dare un valore tangibile alla proprietà industriale.  Complessivamente i cittadini europei sono consapevoli, ma si deve assolutamente migliorare la situazione globale.