Il brevetto è quel titolo di proprietà industriale fondamentale per valorizzare la propria azienda rendendola distintiva sul mercato di riferimento, al fine di far emergere le proprie capacità professionali con un livello tecnologico altamente competitivo. Questo concetto molte realtà produttive lo fanno proprio e per loro diventa strategico possedere dei brevetti, soprattutto quando il loro mercato non è circoscritto a livello nazionale ma spazia a livello europeo ed internazionale. Questa è la filosofia di una grande realtà italiana, presente nell’area bergamasca, che ha prodotto e brevettato una placca intelligente di ultima generazione che è il risultato di automazione, stile e informazioni pratiche. Parliamo del prodotto Ego Smart, che fornisce informazioni istantanee sullo stato dell’impianto e sulle funzioni specifiche dei comandi installati , vedi lo stato delle luci e delle finestre, informazioni sulla sicurezza che sfocia nella rilevazione di perdite di gas e fumo, nella segnalazione di perdite di acqua oppure nel rendere la gestione più efficiente della casa, migliorando così la qualità della vita. Questo è il risultato di un percorso lungo, basato sull’innovazione, sulla visione uniti alla creatività. Quest’ultima è un bene prezioso che da un valore aggiunto nella crescita aziendale. Dove c’è creatività c’è innovazione e l’innovazione merita di essere valorizzata attraverso la proprietà intellettuale.
“Brevetto Unitario”
In data 1 giugno 2023 entrerà in vigore il Brevetto Unitario. Tale sistema apporterà importanti novità per la concessione e la tutela dei brevetti in Europa. Trattasi di un nuovo titolo brevettuale che consentirà, attraverso un’unica procedura ed il pagamento di un’unica tassa, di ottenere la protezione brevettuale in tutti gli stati membri della UE che hanno aderito a tale sistema (Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Polonia, Malta, Cipro, Grecia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Repubblica Ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Portogallo, Austria, Romania, Ungheria, Irlanda). Il brevetto unitario conferisce un livello di tutela uniforme al suo titolare ed è una novità nel panorama europeo in quanto è un brevetto sovranazionale, sottoposto alla giurisdizione del Tribunale unificato dei brevetti.
“Yamaha brevetta un radar innovativo”
Yamaha sta lavorando su un sistema radar capace di percepire i pericoli intorno alla moto, avvisando il pilota e frenando il mezzo. La vera novità sta nel modo in cui vengono trasmessi gli avvisi. Le moto del futuro prevedono sistemi elettronici sempre più sofisticati di assistenza alla guida. Sia la BMW che la Ducati che la KTM propongono su alcuni modelli sistemi che si basano su dei radar in grado di percepire il pericolo e di regolare in automatico la velocità della moto. In Giappone hanno pubblicato un brevetto che attesta che anche Yamaha sta lavorando verso questa direzione. Trattasi di sensori radar anteriori e posteriori che servono a monitorare l’area intorno alla moto trasmettendo poi i dati al computer di bordo. Se esiste un pericolo di collisione viene emesso un avviso che crea un collegamento tale in grado di far frenare la moto autonomamente. La novità del brevetto esiste nel modo in cui vengono presentati gli avvisi e le informazioni. Yamaha non utilizza il display della strumentazione, ma la superficie degli specchietti ; dietro i vetri a specchio viene posizionato un piccolo display che può essere utilizzato per visualizzare le varie icone. In aggiunta, i bordi superiori dello specchio sono dotati di piccole luci a LED capaci di emettere ulteriori segnali di avvertimento in diversi colori.
“Un sanificatore per monete e banconote, UV Cash e Pos”
Le monete e le banconote sono alcune tra gli oggetti più sporchi con i quali entriamo in contatto ogni giorno. Virus e batteri possono proliferare sulle superfici dei soldi che abbiamo nel portafoglio, trasmettendo così velocemente il contagio perché secondo alcuni studi scientifici il COVID-19 può sopravvivere anche per diverse ore. Questo problema è stato evidenziato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità durante la prima crisi in Cina che ha provveduto poi alla disinfestazione delle banconote in circolazione. Anche in Italia, una volta presa coscienza del problema, un commerciante di Forlì ha trovato una soluzione. Trattasi di un sistema innovativo per sanificare le monete, le banconote e le carte di credito che si chiama UV Cash e Pos. L’invenzione, per la quale è stato depositato un brevetto, consiste in un meccanismo nel quale ci sono 2 cassetti dove inserire il denaro, uno di fronte al cliente e l’altro davanti all’operatore della cassa. Con un solo gesto entrambi i cassetti si chiudono e le monete e le banconote si trovano sotto una luce a raggi ultravioletti che in 5 secondi eliminano il 99,9% di germi e batteri, garantendo la sicurezza a chi li dovrà utilizzare poi. Lo stesso procedimento è applicabile alle carte di credito . E’ un’idea molto apprezzata l’avere il resto sanificato e ciò è molto utile per tutte le attività commerciali, i bar ed i ristoranti dove c’è movimento di denaro o comunque pagamenti attraverso bancomat e carte di credito. La proprietà intellettuale oggi più che mai é un valore aggiunto per le aziende.
La storia della chiavetta USB e l’importanza di averla brevettata
L’inventore della chiavetta USB è un israeliano che insieme ad altri due soci nel lontano 1989 fondò un’azienda che sviluppava strumenti di archiviazione digitale su flash disk. L’idea della chiavetta nacque da un momento di difficoltà. Un giorno si trovava negli Stati Uniti per presentare ad una platea di investitori un nuovo prodotto che stavano sviluppando ed una volta salito sul palco e aver connesso lo schermo del suo PC, nulla funzionava e tutta la sua presentazione si trovava all’interno di quel laptop e non c’era modo di estrarla. In quel preciso istante ebbe l’illuminazione; avrebbe dovuto creare un supporto tascabile dove archiviare i documenti della sua azienda. Ciò accadde e nel 1999 fu depositato il primo brevetto di una Usb Flash Drive che aveva 8 megabyte di spazio d’archiviazione e fu messa sul mercato nel dicembre dell’anno successivo da Ibm. Ovviamente il ritmo veloce della digital trasformation rischia di trasformare questa invenzione in uno dei tanti dinosauri informatici che riposano nelle cantine. E’ anche vero che ci vorrà ancora del tempo per arrivare a questo, perché ancora in molti pensano che portarsi i propri dati in tasca sia più sicuro che affidarli invece ad un server posizionato non si sa dove. Chiaramente nulla è sicuro al 100% perché i dati possono essere hackerati nel cloud come persi per strada mentre si mette una mano in tasca; anche se al momento la tecnologia sta facendo passi da gigante in termini di sicurezza. Resta il fatto che aver brevettato questa invenzione ha permesso all’imprenditore israeliano di diventare miliardario vendendo il suo brevetto ad un’azienda californiana. Riaffiora con questo esempio l’idea di base del brevetto che è quella di ricompensare chi investe tempo, soldi ed energie nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni innovative.
“IL BREVETTO QUALE VALORIZZAZIONE DI UN PATRIMONIO INTELLETTUALE”
IL BOOM DELLA TROTTOLA DA 500 MILIONI DI DOLLARI
Un boom simile non si ricorda nell’industria dei giocattoli dai tempi dell’hula hoop, quando nel 1958 furono venduti in pochi mesi 28 milioni di pezzi. L’oggetto si chiama “Fidget Spinner” ed è una trottola grande come una mano , azionabile con un dito. Se ne parla ovunque e si sta diffondendo tantissimo non solo nel mondo degli adolescenti ma anche tra gli adulti perché funziona molto bene come anti-stress. La sua prima apparizione l’ha fatta nel febbraio 2017 presso la North American International Toy Fair e successivamente sono arrivati nei negozi circa 200 milioni di pezzi. La storia di questo oggetto è particolare; è stato inventato da Catherine Hettinger , 62 anni , che vive ad Orlando, ingegnere chimico con il pallino delle invenzioni. Lei inventò questa trottola più di vent’anni fa per tenere calma la figlia e pagò i diritti di brevetto sino all’anno 2005, poi più nulla. Se avesse continuato a pagare i diritti del brevetto, oggi queste vendite le avrebbero portato un guadagno molto alto.
Il mondo degli architetti necessita della proprietà industriale
“Nasce l’idea, diventa un progetto, si tramuta in brevetto!”
Nel nostro paese i brevetti sono in crescita, ma alla creatività non sempre corrisponde un’applicazione industriale diretta. Gli architetti sono sicuramente i professionisti più creativi e allo stesso tempo meno concreti per quanto riguarda la tutela dei loro disegni finalizzati alla produzione. Infatti è risaputo che il 90% dei prodotti/prototipi esposti nelle sezioni sperimentali/innovative durante le fiere, non sono tutelati. Questo accade anche perché la maggior parte degli architetti non conoscono il tema, il valore della proprietà industriale per diversi motivi ,primo fra tutti perché c’è inesistenza di questo argomento durante il corso degli studi universitari.
E’ fondamentale quindi mettere i probabili inventori nella condizione di poter valutare la possibilità di tutelare i loro progetti, trasformandole così in invenzioni per arrivare poi al deposito ed al riconoscimento di brevetti forti. Si possono brevettare centinaia di invenzioni, ma se nel processo industriale se ne avviano circa il 20-30%, i brevetti restanti non producono effetti innovativi e si vanificano tutte le risorse messe a disposizione.
Chiaramente uno studio di architettura che possiede un portafoglio brevetti importante, viene percepito dai concorrenti , dai partner commerciali, dagli investitori , come una dimostrazione di un livello di alta qualità , di grande specializzazione e capacità tecnologica, elevando così l’immagine dello studio stesso. Il Presidente dell’Ordine degli architetti di Roma ha deciso di promuovere ed incentivare la conoscenza della proprietà industriale creando l’Associazione “Il Valore delle Idee”, organizzando e pianificando alcune iniziative, tra cui corsi intitolati “Brevettiamoci” al fine di fornire gli strumenti adeguati per far capire le differenza esistenti tra il brevetto, il modello/disegno, il marchio etc. In ogni ambito la proprietà industriale conferisce un valore aggiunto, sia che si tratti di un oggetto, di un progetto o di un disegno.
