In Italia oltre 240.000 professionisti svolgono attività di ingegneria. Il nostro paese deposita circa quattromila invenzioni all’anno presso l’U.I.B.M. (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi). Se un laureato su dieci in ingegneria conoscesse le invenzioni, depositando il trovato della sua tesi di laurea, ogni anno l’Italia vanterebbe il doppio delle domande, con un incremento della visibilità internazionale importante. La storia moderna e passata è costellata da inventori ingegneri. Gli inventori ingegneri sono coloro ai quali viene riconosciuto il titolo giuridicamente rivendicabile nel territorio di riferimento all’interno del quale viene concesso, a titolo esclusivo, il diritto di sfruttamento del trovato con conseguente monopolio di mercato. Il sistema internazionale delle invenzioni oggi è gestito ed armonizzato da W.I.P.O. (World Intellectual Property Organization) che ha sede in Svizzera; al trattato aderiscono oltre 180 paesi con una sola differenza che riguarda gli Stati Uniti d’America. In Italia la cultura della valorizzazione delle invenzioni è appannaggio di poche virtuosissime realtà imprenditoriali, nel resto del mondo invece viene considerata la base solida per il progresso del paese. Gli ingegneri sono alla base di questo processo virtuoso ed efficace e comunque comprendere cosa sia un’invenzione e quali sono le sue caratteristiche è la base da cui partire. Per aumentare il valore economico del nostro paese dobbiamo inevitabilmente tornare ad inventare.
“Le idee e i brevetti creano ricchezza!”
La terza ricerca effettuata sul settore della proprietà intellettuale di Euipo ha certificato la capacità del nostro paese di creare valore in settori chiave quali l’Hi-tech, le macchine industriali e l’abbigliamento. L’Italia é uno dei paesi che fa rendere meglio le idee; l’innovazione crea per il paese una ricchezza. Le industrie ad alta intensità di brevetti, marchi, design e anche diritto d’autore generano ricchezza all’economia. Infatti le imprese che fanno un uso intensivo di proprietà intellettuale hanno all’incirca sette milioni di occupati (il 31,5% di tutti i posti di lavoro, in pratica uno su tre), contribuendo così con 774 miliardi di euro al Pil dell’Italia (il 46,9%). A livello europeo invece l’apporto al Pil é del 45%, per un valore di 6.600 miliardi di euro con 63 milioni di posti di lavoro creati (il 29,2% del totale). L’occupazione nelle industrie che hanno un’alta intensità di diritti di proprietà intellettuale, in tutta Europa, é cresciuta di 1,3 milioni di posti di lavoro, rispetto al periodo 2011-2013. Il valore aggiunto a dipendente in queste imprese é superiore rispetto a quello del resto dell’economia e di conseguenza anche le retribuzioni corrisposte sono notevolmente più alte, con un premio salariale medio del 47%. Questa strategia porta a creare prodotti e servizi con un valore aggiunto elevato, contribuendo a garantire la competitività a lungo termine dell’Europa. Uno dei settori più attivi in questo senso é quello del design industriale. Le imprese che fanno un uso importante di disegni e modelli hanno un forte impatto economico in tutti i 28 stati membri dell’Unione. I settori industriali che utilizzano diritti su disegni e modelli rappresentano 30,7 milioni di posti di lavoro diretti e contribuiscono per il 16,2% al Pil totale dell’UE. Diventa così fondamentale tutelare la proprietà intellettuale, contrastando la contraffazione che in Europa spesso brucia il fatturato di aziende che investono in ricerca e sviluppo. Anche in Italia la situazione é molto grave, perché le aziende ogni anno vedono svanire oltre 10,5 miliardi di potenziale fatturato che corrisponde a 76mila posti persi, con un danno di 174 euro per cittadino.
Il mondo degli architetti necessita della proprietà industriale
“Nasce l’idea, diventa un progetto, si tramuta in brevetto!”
Nel nostro paese i brevetti sono in crescita, ma alla creatività non sempre corrisponde un’applicazione industriale diretta. Gli architetti sono sicuramente i professionisti più creativi e allo stesso tempo meno concreti per quanto riguarda la tutela dei loro disegni finalizzati alla produzione. Infatti è risaputo che il 90% dei prodotti/prototipi esposti nelle sezioni sperimentali/innovative durante le fiere, non sono tutelati. Questo accade anche perché la maggior parte degli architetti non conoscono il tema, il valore della proprietà industriale per diversi motivi ,primo fra tutti perché c’è inesistenza di questo argomento durante il corso degli studi universitari.
E’ fondamentale quindi mettere i probabili inventori nella condizione di poter valutare la possibilità di tutelare i loro progetti, trasformandole così in invenzioni per arrivare poi al deposito ed al riconoscimento di brevetti forti. Si possono brevettare centinaia di invenzioni, ma se nel processo industriale se ne avviano circa il 20-30%, i brevetti restanti non producono effetti innovativi e si vanificano tutte le risorse messe a disposizione.
Chiaramente uno studio di architettura che possiede un portafoglio brevetti importante, viene percepito dai concorrenti , dai partner commerciali, dagli investitori , come una dimostrazione di un livello di alta qualità , di grande specializzazione e capacità tecnologica, elevando così l’immagine dello studio stesso. Il Presidente dell’Ordine degli architetti di Roma ha deciso di promuovere ed incentivare la conoscenza della proprietà industriale creando l’Associazione “Il Valore delle Idee”, organizzando e pianificando alcune iniziative, tra cui corsi intitolati “Brevettiamoci” al fine di fornire gli strumenti adeguati per far capire le differenza esistenti tra il brevetto, il modello/disegno, il marchio etc. In ogni ambito la proprietà industriale conferisce un valore aggiunto, sia che si tratti di un oggetto, di un progetto o di un disegno.
