“L’emergenza è pesante, rispondiamo con l’innovazione”

L’impatto sulla produttività del nostro paese può essere pesantissimo ; ci sono però azioni che possiamo intraprendere per accelerare lo sviluppo ed essere più resilienti in futuro. Come spesso accade le grandi crisi diventano nuove opportunità di cambiamento dello status quo. In questo periodo di emergenza sanitaria, l’impatto sulla produttività del Paese non deve essere sottovalutato anche perché il pilastro economico dell’Italia sono le piccole e medie imprese, che oggi non hanno certezze sul futuro e di conseguenza rallentano gli investimenti. Molti settori stanno già sentendo le conseguenze di questa emergenza e le misure drastiche sanitarie applicate, difficilmente verranno ridotte a breve termine, perché si dovrà monitorare l’espansione del Coronavirus. Quindi gli allentamenti sulle misure sanitarie potrebbero emergere nel momento in cui viene ridefinita la pericolosità del virus oppure nel momento in cui viene trovato un vaccino. I cambiamenti in Italia avvengono solitamente o per ispirazione oppure per disperazione. Innanzitutto è fondamentale capire il tempo di gestione di questa emergenza e questo non è semplice da attuare, però ci si deve attivare per ridimensionare il proprio modo di vivere con alcuni accorgimenti:

.1) Smart Working – se pensiamo di poter gestire la propria attività in remoto con il telelavoro o con conference call, ci dobbiamo attrezzare per farlo.

.2) Servizi online della pubblica amministrazione – i servizi della pubblica amministrazione dovrebbero essere sempre di più accessibili da casa senza la necessità di recarsi presso gli uffici fisicamente

.3) Nuovi sistemi distributivi – le aziende più resilienti sono quelle che si adattano al periodo o che lo anticipano. Per alcuni distributori e produttori sicuramente investire nell’e-commerce può diventare un’importante mezzo per combattere il rallentamento delle vendite che si ha nei negozi fisici.

.4) Sostegno finanziario nel breve termine –  creare degli strumenti di supporto soprattutto per le aziende che in questi mesi investiranno in ricerca e sviluppo.

Di fronte a un’emergenza ci si può aspettare che passi oppure si può utilizzare il tempo per investire in innovazioni che ci aiutino ad essere più resilienti nel futuro. Innoviamo ………..

MARCHI E BREVETTI GENERANO IL 42% DELL’ECONOMIA UE

“In un mondo così sensibile al successo economico, la creatività vince la sua battaglia con l’economia, perché solo chi è capace di applicare continuamente innovazione nel proprio processo produttivo, può avere successo!”

La qualità paga sempre. L’Europa a volte pare smarrita  ma una certezza si ha quando le sue industrie fanno largo uso di marchi e brevetti, perché  crescono il Pil, l’occupazione e l’ export. L’ultima fotografia è stata scattata dopo uno studio fatto dall’ente europeo dei brevetti (Epo) e dalll’Ufficio della Proprietà intellettuale della UE (Euipo). Dallo stesso  è emerso che nella UE , le aziende che fanno uso intenso di titoli di proprietà intellettuale sono cresciute, aumentando così la ricchezza e l’occupazione. Secondo tale studio, nella UE, più del 42% dell’attività economica totale è generata da industrie che applicano un’alta densità della proprietà intellettuale  (nel 2013 era il 38,6%). Nello specifico le industrie che depositano un numero elevato di marchi rappresentano il 36%, il 15% quelle focalizzate sui brevetti ,quelle che sfruttano in prevalenza i disegni ed i  modelli sono il 13% ed il 7% quelle che puntano sui diritti d’autore. Sul fronte dell’occupazione il 28% di tutti i posti di lavoro nella UE sono stati creati direttamente da industrie altamente innovative (nel 2013 erano il 25,9%); esiste anche un 10% di posti indiretti (fornitori di beni e servizi), per raggiungere un totale del 38% che dipende esclusivamente da chi spinge l’acceleratore dell’innovazione. Questo sistema avvantaggia anche le buste paga, ossia in queste tipologie di imprese, a prescindere dalle dimensioni, i salari medi sono più elevati rispetto a quelli di altri settori. Il Presidente di Epo ha affermato che le attività immateriali  si stanno rivelando sempre più importanti  per le aziende innovative, soprattutto per le Pmi, ma anche per i centri di ricerca e per le Università. L’Europa, per rimanere competitiva nell’economia globale, deve  quindi incoraggiare ulteriormente lo sviluppo e l’utilizzo di nuove   tecnologie con  il ricorso all’innovazione.