“IL PATENT BOX – cresce l’opzione del KNOW HOW” Sapere = Progresso

Il Patent Box è un’opportunità valida per le aziende che vogliono investire nella Ricerca & Sviluppo, perché si tratta di una tassazione agevolata applicata sui redditi derivanti dall’utilizzo diretto o dalla concessione in uso dei beni immateriali agevolabili. E’ importante però capire su quali assets le imprese si devono concentrare per ottenere tale agevolazione. Tra gli assets che le aziende hanno a disposizione c’è il know how. Quando si parla di know how si intendono i processi, le formule e tutte quelle informazioni acquisite nel tempo sia nel campo industriale  che nel campo commerciale e scientifico. In alcuni settori, vedi il settore alimentare, il know how riguarda le tecniche di produzione, le formule o le  ricette segrete.

La segretezza è l’elemento fondante del know how.

Oltre al know how, gli altri beni intangibili che rientrano nel Patent Box sono il software coperto da copyright, i disegni e modelli giuridicamente tutelabili, i brevetti industriali.

Per le aziende la nuova ricchezza , il nuovo oro è costituito dalla conoscenza e dall’innovazione. L’innovazione se non è protetta rischia di essere un regalo alla concorrenza, che la può applicare senza sostenerne i costi. Il brevetto è fondamentale per impedire questo meccanismo.

Proprietà intellettuale , una leva per la crescita

La proprietà intellettuale (IP) è uno tra i fattori determinanti per la crescita economica e per l’innovazione. Quando si parla di proprietà intellettuale si parla di un diritto naturale che stimola la libera iniziativa e garantisce la convivenza tra individui diversi in una società plurale. L’indice Internazionale per i Diritti di proprietà (Ipri) dimostra che più la proprietà è tutelata e più si fa innovazione. L’esempio lampante si ha in Nuova Zelanda, Svezia, Norvegia, Finlandia e Svizzera (vedi Ipri 2017) che sono le nazioni dove maggiormente si tutelano i diritti di proprietà ed in parallelo sono le nazioni che innovano maggiormente. Nella classifica l’Italia è 49esima. Le aziende italiane sono propense all’innovazione, però faticano ancora a capire il valore aggiunto della proprietà intellettuale. L’irrompere massiccio dell’automazione e dell’internet delle cose e dell’intelligenza artificiale richiedono una riflessione approfondita.  La proprietà dei dati, oltre che la sicurezza, il controllo degli algoritmi, oltre che le formule chimiche e genetiche, rappresentano una sfida importante intorno alla quale alcuni paesi si stanno già battendo, vedi la Cina e vedi gli Stati Uniti. La Cina, che vuole ottenere il primato mondiale dell’innovazione entro l’anno 2050, ha avviato un piano ambizioso per eliminare la contraffazione entro il 2020. E’ fondamentale continuare a sostenere e a sollecitare l’innovazione all’interno delle aziende abbinandola alla tutela dei diritti di proprietà intellettuale, affinché tutta l’umanità possa continuare a beneficiare delle scoperte che ne derivano.