Il brevetto è quel titolo di proprietà industriale fondamentale per valorizzare la propria azienda rendendola distintiva sul mercato di riferimento, al fine di far emergere le proprie capacità professionali con un livello tecnologico altamente competitivo. Questo concetto molte realtà produttive lo fanno proprio e per loro diventa strategico possedere dei brevetti, soprattutto quando il loro mercato non è circoscritto a livello nazionale ma spazia a livello europeo ed internazionale. Questa è la filosofia di una grande realtà italiana, presente nell’area bergamasca, che ha prodotto e brevettato una placca intelligente di ultima generazione che è il risultato di automazione, stile e informazioni pratiche. Parliamo del prodotto Ego Smart, che fornisce informazioni istantanee sullo stato dell’impianto e sulle funzioni specifiche dei comandi installati , vedi lo stato delle luci e delle finestre, informazioni sulla sicurezza che sfocia nella rilevazione di perdite di gas e fumo, nella segnalazione di perdite di acqua oppure nel rendere la gestione più efficiente della casa, migliorando così la qualità della vita. Questo è il risultato di un percorso lungo, basato sull’innovazione, sulla visione uniti alla creatività. Quest’ultima è un bene prezioso che da un valore aggiunto nella crescita aziendale. Dove c’è creatività c’è innovazione e l’innovazione merita di essere valorizzata attraverso la proprietà intellettuale.
L’Italia e l’innovazione
“La creatività è l’arte di sommare 2+2=5”
La Commissione Europea , come ogni anno, ha pubblicato un’analisi approfondita sull’innovazione nell’Unione ed è emerso che l’Italia è ritenuta un paese che innova moderatamente, tenendo conto dei progressi degli ultimi anni, in un contesto economico difficile.
L’Unione Europea sta recuperando rispetto al Giappone e agli Stati Uniti e la Svezia rimane un leader nell’innovazione, mentre la Lettonia è lo stato dove l’innovazione cresce maggiormente.
I 28 paesi membri dell’Unione sono stati suddivisi in 4 grandi gruppi .
Il primo gruppo è quello dei paesi leader nel campo dell’innovazione , ossia , la Svezia, la Danimarca, la Finlandia , la Germania, l’Olanda. Sette sono i paesi che fanno innovazione “forte”, tra questi vi è la Francia , il Regno Unito ed il Belgio.
Ci sono gli innovatori “moderati “, ne fa parte l’Italia , insieme a molti Paesi dell’Europa dell’Est. Gli innovatori “modesti” sono invece due : la Romania e la Bulgaria.
All’interno di ogni singolo paese esistono differenze regionali ; in Italia, il Piemonte , il Friuli-Venezia Giulia e la Lombardia si distinguono dal resto del territorio nazionale.
L’innovazione è strettamente legata alle risorse umane, ai centri di ricerca al sostegno finanziario , al bagaglio intellettuale.
L’Italia per tornare a crescere in modo duraturo , deve espandere i settori ed il numero di imprese che producono innovazione. Le imprese che innovano guadagnano di più, crescono più in fretta, attraggono talenti e stimolano la crescita di altre imprese. Chi innova cattura il valore dell’innovazione e gli altri si accontentano di raccogliere gli avanzi. L’innovazione non arricchisce solo chi la fa , ma anche chi la riceve.
Secondo il report dell’esecutivo comunitario , la capacità dell’Italia di innovare è aumentata costantemente sino al 2011, è scesa nel 2012 ed è tornata a salire nel 2013-2014, per poi scendere nuovamente nel 2015.
C’è però da riflettere se dietro al ritardo italiano , non ci sia anche un paese che rifugge la concorrenza , preferendo premiare la fedeltà clientelare piuttosto che l’iniziativa originale e coraggiosa. Sarà necessario , per attuare una politica di sviluppo, utilizzare diversi strumenti , quali aumentare i finanziamenti alla ricerca, investire nelle Università, applicare esenzioni per le start-up, concedere agevolazioni fiscali a chi innova.
LA CREATIVITA’ E’ LA CHIAVE DELL’INNOVAZIONE
“Se pensi come la maggioranza il tuo pensiero diventa superfluo!”
E’ impressionante quando tutti sono d’accordo all’ interno di una realtà lavorativa. Se ciò accade significa che i singoli sono caduti nella trappola del pensiero di gruppo per evitare conflitti e promuovere l’armonia del gruppo. Il pensiero di gruppo ha i suoi vantaggi perché ognuno si sente a proprio agio e soprattutto non c’è rischio di creare tensioni negli ambienti. Purtroppo però ha anche degli svantaggi perché può anche uccidere la creatività e l’innovazione. La creatività è una componente chiave per la crescita del business, indipendentemente dal settore di riferimento. Ovviamente a nessuno piace il conflitto, ma gli affari non possono essere stagnanti. Come si può prevenire il pensiero di gruppo non costruttivo e rendere invece il proprio ufficio un ambiente sicuro per l’innovazione e per il pensiero creativo ? Di seguito elenchiamo alcuni suggerimenti da seguire:
. Dare la priorità alla diversità – non può essere un ambiente creativo un ufficio occupato da persone che hanno gli stessi punti di vista. La diversità di etnia, di età, di genere rendono il gruppo di lavoro più costruttivo con la capacità di promuovere idee creative.
. Non scoraggiare il dibattito – non si possono apportare modifiche al sistema senza discussioni. L’importante è moderare il dibattito in modo civile e far emergere il pensiero innovativo.
. Raccogliere suggerimenti anonimi – utilizzare una scatola dove la squadra di lavoro, in modo anonimo inserisce singolarmente la propria idea in merito ad un determinato argomento. Il feedback anonimo fornisce spesso alcune delle idee più oneste e innovative .
. Portare un estraneo – pensare di portare un estraneo per aiutare a valutare le idee del team. L’estraneo potrebbe essere un membro di un altro gruppo che sicuramente ha un punto di vista fresco e non è preoccupato di entrare in disaccordo con il gruppo solito di lavoro.
. La direzione deve fare un passo indietro – il leader del gruppo deve a volte riuscire a fare un passo indietro; alcune persone si intimidiscono nel lanciare le loro idee perché temono che le stesse non siano in accordo con le autorità.
La libertà di pensiero all’interno di un gruppo di lavoro
genera creatività,
la creatività genera innovazione,
l’innovazione necessità di protezione,
la protezione si attua applicando la proprietà intellettuale.
MARCHI E BREVETTI GENERANO IL 42% DELL’ECONOMIA UE
“In un mondo così sensibile al successo economico, la creatività vince la sua battaglia con l’economia, perché solo chi è capace di applicare continuamente innovazione nel proprio processo produttivo, può avere successo!”
La qualità paga sempre. L’Europa a volte pare smarrita ma una certezza si ha quando le sue industrie fanno largo uso di marchi e brevetti, perché crescono il Pil, l’occupazione e l’ export. L’ultima fotografia è stata scattata dopo uno studio fatto dall’ente europeo dei brevetti (Epo) e dalll’Ufficio della Proprietà intellettuale della UE (Euipo). Dallo stesso è emerso che nella UE , le aziende che fanno uso intenso di titoli di proprietà intellettuale sono cresciute, aumentando così la ricchezza e l’occupazione. Secondo tale studio, nella UE, più del 42% dell’attività economica totale è generata da industrie che applicano un’alta densità della proprietà intellettuale (nel 2013 era il 38,6%). Nello specifico le industrie che depositano un numero elevato di marchi rappresentano il 36%, il 15% quelle focalizzate sui brevetti ,quelle che sfruttano in prevalenza i disegni ed i modelli sono il 13% ed il 7% quelle che puntano sui diritti d’autore. Sul fronte dell’occupazione il 28% di tutti i posti di lavoro nella UE sono stati creati direttamente da industrie altamente innovative (nel 2013 erano il 25,9%); esiste anche un 10% di posti indiretti (fornitori di beni e servizi), per raggiungere un totale del 38% che dipende esclusivamente da chi spinge l’acceleratore dell’innovazione. Questo sistema avvantaggia anche le buste paga, ossia in queste tipologie di imprese, a prescindere dalle dimensioni, i salari medi sono più elevati rispetto a quelli di altri settori. Il Presidente di Epo ha affermato che le attività immateriali si stanno rivelando sempre più importanti per le aziende innovative, soprattutto per le Pmi, ma anche per i centri di ricerca e per le Università. L’Europa, per rimanere competitiva nell’economia globale, deve quindi incoraggiare ulteriormente lo sviluppo e l’utilizzo di nuove tecnologie con il ricorso all’innovazione.
